Intervista a Fabrizio Oldrini
FIUF e Floorballmaniatv vanno questa volta nel capoluogo lombardo per conoscere un giocatore che fa della sua tecnica, della sua velocità e della sua tenacia i suoi punti di forza.
Attaccante, centro, difensore, in partita lo trovi ovunque, dotato di molta corsa, fa sempre un pressing asfissiante.
Alla fine di ogni campionato, risulta essere sempre uno dei migliori attaccanti italiani.
Già Nazionale, è diventato nel tempo un giocatore importante per l'economia della sua squadra.
Stiamo parlando di Fabrizio Oldrini, atleta del Floorball Club Milano.
1) Ciao Fabrizio e grazie per aver accettato la nostra intervista. Noi tutti ti conosciamo sul campo da gioco, ma chi è Fabrizio veramente nella vita?
Grazie a voi per avermi proposto quest'intervista. È decisamente difficile dare un descrizione di sé stessi in poche righe, quindi mi limiterò a dire che sono laureato in giurisprudenza, lavoro in uno studio legale come praticante avvocato e dedico buona parte del mio tempo libero ad allenarmi e ad allenare il floorball.
2) giochi da molto tempo a floorball quando però hai effettivamente conosciuto questo sport e quando hai cominciato a giocarlo?
Ho iniziato a praticare questo sport all'età di diciassette anni e fino a quel momento, fin da quando ero piccolo, avevo sempre giocato a basket. Ho conosciuto il floorball grazie a due ragazzi, Giorgio Rambaldi e Davide Cova, i quali sarebbero poi diventati miei compagni di squadra, che per un anno vennero nel mio liceo a presentare e farci praticare il floorball Durante le ore di educazione fisica e in ulteriori corsi pomeridiani. Così, siccome lo sport mi aveva appassionato sin da subito, ho deciso di provare a partecipare a qualche allenamento con la squadra di F.C. Milano Molotov, a cui ero stato invitato, insieme ad alcuni dei miei compagni di classe di allora. La cosa ha decisamente funzionato, perché da quel momento in poi non ho più smesso di praticare questo fantastico sport.
3) se qualcuno ti dicesse di essere indeciso se far cominciare il floorball al figlio oppure uno sport più blasonato tu cosa gli diresti per convincerlo che il floorball allo sport è giusto?
Innanzitutto mi piacerebbe sottolineare l'importanza per i ragazzi di praticare uno sport, specialmente se di squadra. Ritengo sia un'attività necessaria ed insostituibile per la crescita di un ragazzo, che unisce il divertimento, il gioco e la passione a fondamentali insegnamenti di valori ed etica. Più nello specifico, il floorball, oltre ad essere uno sport veloce, dinamico, dove è fondamentale giocare di squadra per vincere, ha il grande pregio di essere lontano dalle logiche di profitto che purtroppo oggi hanno infettato la maggior parte delle società sportive delle discipline più blasonate come il calcio o il basket. Per questo motivo, al di là degli aspetti fisici, tecnici e tattici che personalmente adoro, penso che il floorball sia perfetto per un ragazzo, essendo in grado di esprimere in purezza quelli che sono i veri valori dello sport, quali il fine ultimo del divertimento, il gioco di squadra, l'etica del lavoro per migliorare sé stessi e i compagni, l'agonismo nel rispetto dell'avversario, la cura del proprio corpo, la gioia nella vittoria e la crescita nella sconfitta.
4) con fc Milano alleni anche la squadra junior ci sono ragazzi che potrebbero quest'anno esordire nel campo grande?
Molti ragazzi hanno già esordito e giocato qualche partita anche nel campionato senior, ma, come club, abbiamo ritenuto che fosse preferibile dare loro modo di crescere atleticamente, tecnicamente e tatticamente nelle giovanili e piuttosto che affrettare e forzare il loro prematuro inserimento in prima squadra. I miglioramenti compiuti dai ragazzi in questi ultimi anni sono evidenti e non c'è alcun dubbio che ora siano pronti per dare il loro importante contributo anche su campo grande, anche con i senior.
5) parliamo nel campo piccolo l'ultimo campionato l'hai giocato con la squadra del Torino, com'è andata?
L'estate scorsa sapevo che la mia squadra non avrebbe partecipato al campionato su campo piccolo e sono stato invitato dal mio grande amico e compagno Alex Kuusk ad unirmi alla squadra emergente del Real Torino che lui stesso allena. Avendo già conosciuto i ragazzi del Torino da avversari l'anno precedente, ho subito accettato l'offerta di unirmi a loro, perché, anche a prima vista, era impossibile non vedere quanto fossero un gruppo unito, con cui ero certo che mi sarei divertito a giocare. Le mie attese non sono state smentite, anzi, l'intesa del gruppo è andata bene oltre quanto potessi aspettarmi e ringrazio tutti loro profondamente, per avermi fatto sentire sin da subito parte del team. Peccato che il virus abbia interrotto la stagione, perché eravamo pronti a dire la nostra anche nei playoff.
6) l'ultima stagione sappiamo come nei è conclusa, cosa salvi della tua squadra, FC Milano e, cosa invece non vorresti ripetere, perché lo reputi un errore?
Purtroppo, per diversi motivi, dopo aver conquistato lo scudetto, abbiamo dovuto dire addio a buona parte della rosa e quindi abbiamo dovuto necessariamente iniziare un processo di ricostruzione. Nonostante io non veda l'ora di tornare ad essere competitivi ai massimi livelli, so che ci vorrà tempo e pazienza per permettere che ciò possa avvenire e so che il processo di crescita che stiamo attraversando è inevitabile. Abbiamo investito molto nei giovani e speriamo che il loro avvento in squadra possa essere la chiave per tornare presto a competere al pari delle compagini più forti.
7) Ci racconti le tue emozioni della semifinale e della finale che vi ha portato a vincere lo scudetto?
È difficile descrivere a parole quelle emozioni... La finale e la semifinale sono state l'epilogo perfetto di un'avventura che più bella non sarebbe potuta essere. L'avventura di un squadra profondamente unita, con un unico obiettivo, formata da giocatori che erano pronti a dare tutto in campo e giocare l'uno per l'altro. Abbiamo giocato la semifinale e la finale da sfavoriti, contro due avversarie eccezionali, ma penso che fare la differenza sia stata la nostra superiore unione e voglia di vincere, che ci hanno portato, contro ogni pronostico, a vincere prima la semifinale in overtime e poi la finale, ancora una volta in overtime, rimontando da 0-2 nei minuti finali. Davvero una stagione indimenticabile, con il finale più romantico che possa esistere.
8) cosa cambieresti, in termini di regole, bel campionato italiano? Introdurresti la regola del Fair play?
Il regolamento non credo abbia bisogno di modifiche se non quelle dettate dell'evoluzione naturale che avviene a livello internazionale. L'interpretazione dello stesso, invece, credo che si debba gradualmente adattare, di pari passo con un maggiore preparazione dei giocatori, ad un gioco più fisico, più atletico, al pari del livello internazionale.
Il Fair play penso che, per sua stessa definizione, debba essere considerato come quel modo di giocare - che ogni allenatore dovrebbe insegnare e ogni giocatore conoscere e praticare - rispettando l'avversario ed il regolamento, ovviamente senza nulla togliere alla componente agonistica della sfida.
9) La Nazionale Italiana comincerà un nuovo ciclo, ne farai parte? Cosa consiglieresti ai giovani che approdano per la prima volta nel raduno italiano?
Sicuramente parteciperò ai raduni della nazionale, selezionare poi quali giocatori faranno effettivamente parte della rosa è un arduo compito che spetta al coaching staff. Io posso solo continuare ad allenarmi duramente e dare il massimo, come ho sempre fatto, sperando di avere l'occasione di poter ancora vestire la maglia azzurra, di competere ai massimi livelli al fianco dei migliori giocatori italiani e di vivere ancora una volta quelle indescrivibili emozioni che mi hanno regalato le qualificazioni al mondiale.
Ai giovani consiglio di non aver paura di mettersi in gioco e partecipare ai raduni. Ovviamente bisogna sempre arrivare con la giusta preparazione e dare il massimo in ogni singolo esercizio, dal riscaldamento al cooldown, perché allenarsi e giocare per la nazionale è sempre un grandissimo onore.
10) Quali sono le persone che stimi di più, nel nostro piccolo mondo floorball? E perché? Costruisci una linea con te dentro, partendo dal portiere, composta dai giocatori che tu reputi più forti. Grazie mille Fabrizio sei stato gentilissimo ad averci dedicato del tempo.
È una domanda molto complessa, perché è difficile decidere quali persone menzionare in poche righe, perché significherebbe escluderne altre, comunque non meno importanti. Per questo motivo, ho scelto di rispondere citando le persone che, conoscendo più profondamente, stimo personalmente di più, oltre a ritenerle estremamente importanti nel nostro piccolo mondo sportivo.
Tra queste senza alcun dubbio, sopratutto se penso al floorball italiano, il primo che vorrei nominare è un grande amico: Giorgio Rambaldi. Infatti non conosco nessuno che si dedichi con così tanta passione al nostro movimento sportivo, senza contare che senza di lui io non avrei nemmeno mai potuto conoscere questo fantastico sport. Ne approfitto quindi per ringraziare tutti coloro i quali svolgono un lavoro di gestione, sia a livello di federazione che nei diversi club, magari spesso dietro le quinte, che è senza alcun dubbio fondamentale per lo sviluppo e la crescita del nostro sport.
Una altra persona che voglio citare, senza la quale non sarei potuto diventare il giocatore che sono ora, è Alberto Coduto, che, oltre ad essere un grandissimo amico, è un vero Allenatore (la maiuscola non è un errore di battitura).
Quindi non posso non citare tra le persone che stimo tutti i compagni e gli amici da cui ho potuto imparare tecnica e mentalità vincenti - molti dei quali provenienti da diversi Paesi del mondo, che ho potuto conoscere grazie alla spiccata internazionalità del mio club - quindi: Brian, Stepan, Luca, Alex, Davide, Matias, Lukas, André, Sandro, Markus, Livio e tantissimi altri.
Veniamo quindi alla linea, e anche in questo caso davvero difficile scegliere chi citare.
In porta, nel nostro campionato, ci sono davvero tanti giovani molto promettenti, tra tutti però sceglierei i due ragazzi di Viking Roma, che ho potuto conoscere meglio durante i raduni della nazionale, Andrea Abbrucciati e Fabio La Gattuta.
In difesa sicuramente vorrei l'aggressività e la grinta di Alex Kuusk, che farei giocare in coppia con Federico di Già, anche a costo di farlo giocare fuori dal suo ruolo abituale, perché lo ritengo - inseme al suo compagno di squadra anche nella prossima avventura in Ticino (n.d.r. Tommaso Rubeo) - il più completo e talentuoso tra i giovani italiani. Come centrale, anche se non gioca più nel nostro campionato, non posso che scegliere Luca Palermo, uno dei miei più grandi amici, oltre che un giocatore di una classe e di una tecnica insuperabili. A giocare al mio fianco come ala, senza nulla togliere a tanti altri giocatori di altissimo livello che rivestono questo ruolo, vorrei Davide Brambilla, un altro grandissimo amico, con cui ho già avuto - e spero di avere ancora in futuro - il piacere di giocare. In panchina, a coordinare il tutto, per i motivi di cui sopra, scelgo Alberto Coduto.
So di aver escluso tanti giocatori dalle capacità e dal talento indiscutibili, in particolare penso a tutti i ragazzi della nazionale, ma ho scelto in modo molto soggettivo, pensando ai compagni con cui, più di tutti, avrei il piacere di scendere il campo e che vorrei avere al mio fianco per giocare contro qualunque avversario.
La Federazione e Floorballmaniatv ringraziano Fabrizio per la sua disponibilità, e gli fanno il loro migliore in bocca al lupo!